L’olivo rappresenta una delle maggiori colture in Italia meridionale, per la sua capacità di adattarsi alle condizioni di clima e terreno più svantaggiose. L’ulivo non viene tenuto solo negli oliveti da produzione ma anche in semplici giardini privati e persino in vaso.
Nonostante sia una pianta molto resistente quest’albero richiede alcuni interventi , che hanno un ruolo decisivo nell’assicurare un’adeguata produttività dell’oliveto, soprattutto quando il clima è avverso. Queste accortezze consistono prevalentemente in una adeguata gestione del suolo con apporto di sostanze nutritive, potatura, irrigazione quando necessario e in un’adeguata difesa fitosanitaria.
Come mettere a dimora un ulivo
L’impianto di un nuovo uliveto o di una singola pianta di olive si effettua in primavera, anche se è bene preparare il terreno in autunno con aratura o scasso, per permettere un buon drenaggio e consentire alle giovani radici di penetrare facilmente nel suolo. Per la messa a dimora bisogna scavare una buca di 50 cm. Accortezza fondamentale è acquistare una piantina sana e certificata, in questo modo si evita di partire già con malattie in campo. La varietà scelta è importante per determinare sia la qualità del raccolto che la resistenza alle avversità dell’albero. In questa fase di messa a dimora si attua anche una concimazione di fondo. Il sesto d’impianto è in genere di 5 x 5 metri, ma la distanza tra le file può diminuire in impianti intensivi, è bene ricordare che piante più vicine propagano più facilmente patologie una con l’altra.
Cose da fare nell’oliveto
Il lavoro nell’oliveto da parte del contadino è quello di gestire il terreno nel miglior modo possibile, evitando che lo stesso si compatti. Bisogna evitare di effettuare lavorazioni del suolo quando è bagnato, limitandosi agli interventi di aratura o erpicatura necessari per una buona gestione. Il problema del compattamento del suolo è un problema molto sentito nelle zone con clima mediterraneo, perché contribuisce all’inaridimento.
Concimare l’olivo e irrigazione
Come tutte le piante perenni l’olivo deve essere regolarmente concimato, in genere una volta all’anno con apporti di ammendante organico (compost o letame) integrabili con altre sostanze. L’olivo nel tempo ha imparato ad adattarsi a condizioni di scarsità d’acqua, dovuta a periodi poco piovosi Tuttavia volendo tenere una produttività soddisfacente può essere conveniente irrigare al bisogno. Il metodo irriguo migliore è quello localizzato, come nel caso dell’impianto a goccia, che evita di bagnare la chioma.
Come potare l’olivo
La tecnica della potatura ha prima di tutto lo scopo di far raggiungere alla pianta una forma ottimale e di mantenerla nel tempo. Potare serve anche a equilibrare la produzione: la vegetazione viene regolata perché i rami possano produrre in modo costante e non ad anni alterni, come sarebbe tipico delle piante di olivo lasciate a sé stesse. Interventi periodici di taglio servono anche a permettere circolazione d’aria e accesso dei raggi solari alla chioma, questo evita ristagni di umidità, che sono la principale causa di malattie nell’oliveto.
Effettuando operazioni di potatura è consigliabile evitare di effettuare interventi energici che lasciano ferite sulle piante di ulivo e permettono il diffondersi di malattie. Altra buone prassi per evitare patologie è disinfettare gli attrezzi utilizzati, soprattutto se l’intervento viene eseguito su piante di ulivo che manifestano evidenti sintomi di malattie.
I principali insetti dell’uliveto
L’olivo è una delle colture che ha risentito meno dell’introduzione di specie di insetti esotici. Negli uliveti la maggioranza delle specie potenzialmente dannose raramente raggiunge densità preoccupanti. Delle circa 50 specie di insetti e acari più frequenti, solo la mosca delle olive (Bactro-cera oleae), la tignola delle olive ( Prays oleae) e la cocciniglia nera (Saissetia oleae) rappresentano una costante minaccia. Oltre a questi parassiti ci sono alcuni fitofagi secondari, come il rodilegno giallo (Zeuzera pyrina), cocciniglie e scolitidi, che possono causare danni in particolari situazioni climatiche.
I giovani impianti, invece, possono subire danni a causa dalla tignola verde dell’olivo, Palpita unionalis, e dall’oziorrinco, Otiorrhynchus cribricollis.
La raccolta delle olive
La raccolta delle olive generalmente avviene in autunno, quando si verifica il fenomeno dell’invaiatura, ovvero quando la drupa di oliva cambia colore, passando dal verde al violaceo. La tecnica di raccolta delle olive può essere manuale o meccanica. Ogni metodo di raccolta ha dei diversi effetti sul frutto e sul prodotto finale, per questo motivo è sempre meglio valutare con attenzione quale utilizzare in base alla propria necessità. La bacchettatura consiste nel “bacchettare” i rami dell’ulivo con dei bastoni in modo da fare cadere le olive, queste vengono raccolte da reti poste per terra sotto la chioma degli alberi.
Viene effettuata negli impianti di piccole dimensioni. In alternativa si può cogliere le olive usando appositi pettini, oppure ancora selezionare manualmente le olive dall’albero . Negli ultimi anni si è, inoltre, sempre più diffuso l’impiego di pettini pneumatici, che permettono una raccolta accurata e attenta.